Maurizio ROMANO, “Un contributo su Antonello da Messina”

Full title: Saint Jerome in his Study Artist: Antonello da Messina Date made: about 1475 Source: http://www.nationalgalleryimages.co.uk/ Contact: picture.library@nationalgallery.co.uk Copyright © The National Gallery, London

SOLO PER GLI ESTIMATORI DI ANTONELLO DA MESSINA

di Maurizio Romano

Che i sentimenti di Antonello fossero particolarmente ostili nei confronti del clero messinese, ne ho assoluta certezza. Sia per via del testamento, sia per ciò che egli espresse in modo ancor più feroce e diabolicamente geniale nel così detto ”San Girolamo nello studio”. Un’opera dipinta dal messinese intingendo, per così dire, il pennello nel veleno. Con Antonello, in quest’opera, ci sono vari livelli di lettura: Il primo livello è quasi una ”non lettura” perchè si guarda superficialmente al visivo, specie se si tratta di scene di carattere sacro.Anche quando ci si trova di fronte a scarti significativi del tema iconografico come nel nostro caso il leone si trova distante da Girolamo e ad enigmatici simboli allegorici spesso valutati come capricci d’artista e semplici motivi ornamentali. Se ci affacciamo alla nuova ottica antonelliana di francescanesimo ‘ osservante ‘ , molti dettagli cominciano ad illuminarsi di una luce diversa, l’atmosfera diventa cupa e fredda, diversi simboli acquistano il loro significato negativo e la figura severa del Cardinale così rigidamente teso e chiuso in se stesso, inizia ad esserci antipatico. Si comprende il il vero significato metaforico di quella volta absidale tetra e lugubre, ove si vede baluginare appena la sagoma di un crocifisso, mentre la fioca luce che penetra dalle alte finestre proietta bagliori quasi sinistri sulle severe arcate a sesto acuto, e anche gli uccelli che si intravedono al di la delle finestre in alto incutono tristezza se non cattivi presagi. Quella non è l’abside ” di una chiesa ” ma ” della Chiesa ”, così come la vedeva Antonello a suo tempo, avvolta nelle tenebre in uno dei periodi più bui della sua storia : una chiesa che aveva quasi messo il Cristo in soffitta. Ma passiamo al quarto livello di lettura del dipinto. IL PERSONAGGIO : UNA PASQUINATA PITTORICA. L’ultimo livello è quello più difficile, perchè i suoi contenuti in quest’opera a carattere allegorico, sono in genere assai abilmente camuffati e resi quasi impenetrabili se non si trova una chiave di lettura. I motivi di questo lavoro di occultamento possono essere diversi, ma in generale si può dire che riservava certi speciali contenuti solo a coloro che ” sapevano ” e che erano in grado di interpretare nel giusto modo certi segni, mentre ne vietava l’accesso a tutti gli altri. Era questo il modo di proteggere se stessi da ritorsioni quando il contenuto dell’opera era troppo ardito o poteva dare scandalo. In questo caso i motivi dell’occultamento cerano tutti, in quanto il suo dipinto aveva carattere esplosivo veniva preso di mira un personaggio troppo in vista e assai potente. Già per intuito è facile pensare che il personaggio preso di mira è il Cardinale dei Cardinali, il capo dei dei capi della Chiesa e cioè il Papa in persona : SISTO IV. Naturalmente non basta una intuizione ottenuta per via di logica. Dobbiamo scovare nel dipinto tutti i segni che Antonello ci ha lasciato per guidarci a capire. Proviamo adesso a stringere il campo partendo dalla figura del Cardinale e cercare di capire di che Cardinale si tratta, è stato notato da me e da altri che il colore della mantella che si vede nella zona del petto sotto l’abito cardinalizio, richiama quello dei francescani conventuali. Un altro chiaro simbolo francescano sono gli zoccoli ai piedi della scala, essi non sono disposti a caso, ma ad arte a forma di T per significarci il TAU o croce di Sant’Antonio, un altro segno dei francescani conventuali. Quindi se quel Cardinale era un francescano, era probabilmente l’unico assurto a questa carica ( non è che a quell’epoca i cardinali fossero molti, nè ad un francescano era facile divenire Cardinale ). Questo Cardinale non può che essere quel FRANCESCO della ROVERE che da ministro generale dei frati minori conventuali fu fatto Cardinale da Paolo II nel 1467 e che gli succedette nel papato nel 1471 col nome di SISTO IV. Nonostante l’abito cardinalizio potremo dare un significato in chiave papale ai tre gradini della scala ( il triregno ), alle due chiavi arrugginite ( le chiavi di Pietro )che si vedono appese sul lato destro della libreria, alla cattedra su cui siede ( entro la chiesa ) e perfino alla mantella che non è di stoffa, ma di un non meglio specificato pelo di animale che potrebbe essere l’ermellino, ovviamente non quello candido papale. A questo punto qualcuno potrebbe storcere il muso, questi pochi segni sono si utili, ma non determinanti. Per fortuna Antonello ci ha dato altri segni che proprio di ” lui ” si tratta, ma lo fa divertendosi, nel modo più bizzarro che si possa immaginare. Il colonnato coperto che si vede sulla destra, che non può essere una navata laterale, è un ben determinato elemento architettonico che gli architetti del tempo di Antonello chiamavano con l’antico termine tecnico di SISTO. Ci ha mostrato il ” sisto ” , vediamo se c’è anche il ” quarto ”. Dobbiamo osservare le navate a sesto acuto dell’abside. Un altro termine tecnico con cui gli architetti del tempo denominavano l’arco a sesto acuto era…QUARTO. Ad Antonello l’idea di tradurlo spiritosamente in immagini deve esser piaciuta, riempiendo la volta sopra il Cardinale di sisti e di quarti, e raffigura il Cardinale seduto solidamente sul soglio pontificio al quarto gradino ( ne ha tre sotto di se ) anche questo assai spiritoso: ” sto ben saldo come Quarto dei Sisti. A questo punto abbiamo abbastanza elementi sull’identità del personaggio. Ma non è ancora finita, Antonello non vuole lasciare dubbi e ci regala l’insegna araldica di famiglia del Cardinale, adoperando a questo scopo il grande mobile al centro della scena, il materiale con cui è costruito: Tra i tanti legni che avrebbe potuto scegliere, Antonello utilizza il ROVERE e ne dipinge le venature ed i pori con grande cura. Il nome del casato di Sisto IV era DELLA ROVERE e nell’insegna vi erano delle foglie di rovere intrecciate. Per completare l’anagrafe familiare, anche il leone faceva parte dell’insegna di famiglia, la madre era una MONLEON. E’ utile a questo punto prima di inoltrarci negli altri simboli, dare qualche notizia sulla figura di questo Papa, il giudizio degli storici è stato tutto sommato benevolo: è vero che egli praticò il nepotismo più sfacciato, che fu un maneggiatore politico tra i più scaltri e spregiudicati, che prosciugò le casse del Vaticano, un grande assolutista: è pur vero che si adoperò a favore dei mendicanti e fu anche un grande mecenate ( cappella sistina, ponte sisto…) e rifondando la biblioteca vaticana. Non così benevolo fu il giudizio dei contemporanei, che lo accusarono di ogni nefandezza e paragonandolo ad un diavolo. Per renderci conto dell’odio popolare qui di seguito una famosa ‘pasquinata ‘ divulgata alla sua morte:
Sisto sei morto alfine: ingiusto, infido giace
chi la pace odiò tanto in sempiterna pace.
Sisto sei morto alfine: e Roma ecco in letizia.
che te regnante fame soffrì, strage e nequizia.
Sisto sei morto alfine: tu di discordia eterno
motor fin contro Dio, scendi nel cupo inferno.
Sisto sei morto alfine:in ogni inganno destro,
in frodi, in tradimenti altissimo maestro.
Sisto sei morto alfine: orgia di sozzi pianti
ti dan ruffiani,cinedi, meretrici e baccanti.
Sisto sei morto alfine: obbrobrio e vituperio
del papato, sei morto alfine, Sisto, è vero?
Sisto sei morto alfine: su, su, gettate a brani
le scellerate membra ai lupi e ai cani!
Adesso possiamo dare ai vari simboli un significato meno generico. Partendo dalla pernice e facendo notare la parentela lessicale con ” pernices=disgrazia ” è noto a molti che questo simpatico uccello, specializzato per rubare e covare le uova altrui era considerato il simbolo per eccellenza della lussuria più sfrenata. E a proposito di lussuria, SISTO QUARTO andava dalle normali pratiche lussuriose a quelle più spinte e depravate. Sisto Quarto, molto in anticipo con i tempi, aprì a Roma vari bordelli per entrambi i sessi, e accordò al Cardinale Santa Lucia ( a nome di tutti gli altri ) il permesso di praticare la sodomia…ma solo nei tre mesi estivi. Abbandoniamo per ora la lussuria e passiamo al pavone, altro simpatico uccello considerato il simbolo della superbia. Si diceva che Sisto IV fosse uomo coltissimo e che andasse fiero ed orgoglioso di essere stato definito addirittura dal Bessarione, l’uomo più colto d’Italia, cosa di cui andava pavoneggiandosi.L’avere allineato il collo eretto del pavone con quello altrettanto eretto del Cardinale significava per Antonello fare di quest’ultimo la perfetta antitesi di San Girolamo, al quale si attribuiva la seguente frase ” Nulla, fin dall’infanzia, ho cercato di evitare con tanto impegno quanto un’anima gonfia di superbia o un collo eretto nella protervia, che provocano l’odio di Dio. ” Da notare inoltre l’inquietante simbolo di una candela nera con la fiamma semi spenta ( simbolo di morte e di eresia ) Camuffata con abilità nel pavimento in modo da confondersi con ipotetica cresta del pavone. Veniamo infine a quel bacile posto sulla destra e che il Michiel che per primo descrisse il quadro, ci assicura essere ” da barbiere expressamente ” Il bacile da barbiere fa pensare alla barba ed è facile capire perchè Antonello abbia evidenziato ( anche per via degli zoccoli lasciati ai piedi della scala ) come quel Cardinale che sta sul soglio, di francescano abbia ormai ben poco, essendosi liberato anche della barba. Meno facile è capire perchè Antonello abbia allineato questi tre simboli nell’ordine in cui li vediamo e in così enfatica evidenza: Pernice e Pavone cominciano non a caso con la lettera P e P.P. è l’abbreviazione di Papa che con l’aggiunta del bacile sappiamo che SISTO XUSTOS e cioè ” rasato ” Il PAPA RASATO. Poteva Antonello essere più esplicito di così ? Quel bacile però non soltanto quel significato così blando, ciò che esso contiene è il veleno più micidiale e l’allusione più più pesante di quante di quante se ne facevano sulle abitudini sessuali del Papa. Girava voce infatti che Sisto Quarto avesse un debole per il figlio del suo barbiere, un fanciullo dodicenne, del quale si era invaghito al punto di dotarlo di ricchezze e rendite e con la promessa di un grande vescovato e lo avrebbe fatto Cardinale se non fosse morto prematuramente ! Non mi sembra necessario ritornare ad occuparmi in chiave antisistina della tovaglia sporca di sangue e del clistere appeso al fianco di essa, del gatto, delle ‘ arrugginite ‘ dell’ermellino e di altri riferimenti pruriginosi. Altri lo facciano, io mi fermo qui. Se avete letto fin qui vi sono grato e siete tutti invitati a lasciare un commento, una critica o qual si voglia tipo di intervento. Grazie

P.S.

  • Maurizio Romano Aggiungo che Papa Sisto IV approvò l’istituzione della Inquisizione in Spagna nel 14781Gestire
  • Salvatore Paolo Garufi Grazie, un contributo di prim’ordine! Se me ne dù l’autorizzazione, lo passerò nel blog “Neo-romanticismo”, curato da Il Garufi Edizioni.2Modifica o elimina questo commento
  • Maurizio Romano Questa mia analisi è frutto di ricerche su Antonello da Messina, sono ben lieto per la condivisione. Grazie.
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